Nelle prime settimane di autunno ha avuto molto risalto, sui quotidiani locali e nazionali, il tema della soppressione/accorpamento degli Uffici periferici del Ministero dell’Interno (Prefettura, Questura, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco).
A livello provinciale questa notizia ha suscitato un ampio clamore, soprattutto per la ventilata decisione di accorpare i servizi a Bergamo (quelli lecchesi vengono invece accorpati a Como).
Questa riorganizzazione discende in particolare dal Decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, il decreto “spendig-review” approvato dall’allora Governo Monti: a valle di questo provvedimento interviene poi la legge 124/2015, che stabilisce – per il completamento del processo di riorganizzazione delle Prefetture – criteri relativi “all’estensione territoriale, alla popolazione residente, all’eventuale presenza della città metropolitana, alle caratteristiche del territorio, alla criminalità, agli insediamenti produttivi, alle dinamiche socio-economiche, al fenomeno delle immigrazioni sui territori fronte rivieraschi e alle aree confinarie con flussi migratori.”
A seguito della definizione di questi criteri, il Ministero dell’interno ha inviato alle rappresentanze sindacali una “bozza” dello schema di riordino: oltre a Sondrio, anche Belluno e Verbania, in questa proposta, erano accorpate a province confinanti. Dopo una serie di incontri sul territorio con dirigenti, dipendenti e ammistratori locali in compagnia del collega bellunese Roger DeMenech ho incontrato il sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno Domenico Manzione.
A lui ho ribadito che la spending review è stata un’operazione che il nostro paese ha messo in cantiere a partire dal 2012 col governo Monti per chiudere con un passato in cui la politica si faceva bella con scelte facili e costose, che poi avrebbero pagato i cittadini, specie quelli delle generazioni future. Tra il populismo e la demagogia di chi invita a chiudere tutto e subito (le prefetture, le province, le società pubbliche) e il vecchio vizio di creare nuove istituzioni, nuovi uffici, nuove strutture per ottenere facili consensi,
“trovo necessario che il Governo continui sulla strada delle riforme e della razionalizzazione della propria organizzazione: allo stesso tempo però la previsione di accorpare la nostra Prefettura con quella di Bergamo pone degli evidenti problemi per i nostri cittadini e alla funzionalità dei servizi stessi e probabilmente non valuta adeguatamente gli importanti ed efficienti presidi che ottimamente hanno fin qua funzionato con grande equilibrio. Sarebbe sbagliato difendere tout court il sistema esistente a livello nazionale o ritenersi necessariamente esenti da possibili riorganizzazioni; è però necessario porsi degli interrogativi sull’opportunità non solo di un accorpamento con Bergamo, ma anche di un accorpamento in generale.”
Con il Sottosegretario abbiamo trovato grande sintonia sia sugli obiettivi generali della riforma che sulla volontà di esaminare anche aspetti di maggior dettaglio.
Qualche giorno più tardi, nel corso di un incontro di diversi parlamentari PD – capitanati dall’amico ossolano Enrico Borghi – presso il Ministero dell’Interno, ho avuto modo di ricevere conferma che le istanze da me presentate in occasione dell’incontro col sottosegretario sono state recepite e portate all’attenzione del tavolo tecnico del ministro: in particolare, le problematicità legate alla distanza da Bergamo, alla necessità di mantenere i servizi, specie per sicurezza e protezione civile in ambito montano e alla salvaguardia occupazionale.
In seguito all’incontro del 15 ottobre coi Ministri Alfano e Madia, abbiamo avuto anche la rassicurazione che non vi è al momento nessuna lista ufficiale o formale sulle Prefetture da accorpare: i due Ministri hanno anche ribadito la loro attenzione a tutti i territori periferici e le loro esigenze, in particolare per territori come i nostri.
Questa dichiarazione ha diffuso, anche attraverso le testate locale, un moderato ottimismo circa una soluzione positiva: certamente però è necessario mantenere alta l’attenzione, continuando sulla strada del dialogo col Governo.
“Solo nelle prossime settimane di lavoro potremmo definire con esattezza quale sarà il nuovo assetto che riguarderà il nostro territorio. Per ora incassiamo con soddisfazione il fatto di avere aperto un tavolo che, partendo dalle nostre segnalazioni, ha posto l’accento sulle criticità che l’accorpamento di prefettura, questura e comando dei vigili del fuoco con Bergamo comporterebbero: avanti dritti su questa strada.”